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Un viaggio sulle note di Faber (DVD+CD) 2014, Autoprodotto
1. Il gorilla 2. Il testamento 3. Un giudice 4. Canzone del maggio 5. Il bombarolo 6. Nananina 7. Andrea 8. La ballata del Miché 9. La guerra di Piero 10. La città vecchia 11. La ballata dell'amore cieco 12. Una ballata infedele 13. Via del campo 14. Quello che non ho 15. Don Raffaé 16. Dolcenera
11 gen 09 a Fabrizio De André 2009, Autoprodotto
1. Amore che vieni amore che vai 2. Carlo Martello 3. Hotel Supramonte 4. Il sogno di Maria-Ave Maria 5. Inverno 6. La canzone dell'amore perduto 7. La canzone di Marinella 8. La guerra di Piero 9. Sally 10. Via del campo
Intervista con i "Kinnara"
Musici al servizio degli Dei? Creatori di musica celestiale tanto bella da meritarsi ali con le quali volare verso le divinità della mitologia indiana? Il nome scelto dal gruppo deriva da questa contraddizione apparente. Musici intesi nel senso di menestrelli, quasi cantori maledetti, sicuramente anarchici. Anche se loro preferiscono considerarsi "musici celestiali". Rispondono alle domande i componenti del gruppo: Paolo Pardini, voce e chitarra, Alessio Previtera, basso, Tiziano Bonelli, chitarre, Giovanni Bianchini, batteria e percussioni, Massimiliano Grasso, fisarmonica e Gabriele Boschi, flauto.
Kinnara, nome insolito al primo “orecchio” per una cover band sulle canzoni di De Andrè, potreste chiarire meglio la scelta di questa “intitolazione”? Kinnara è un nome che deriva dalla mitologia indiana, a cui viene dato, secondo testi e traduzioni diverse, differenti attribuzioni, addirittura contraddittorie. Si va da :”suonatori e guerrieri spietati al servizio di alcuni Dei” alla più dolce :”musici celesti, la cui musica era così bella che furono forniti di ali per volare in cielo ad allietare gli Dei”. Questo si deve ad alcune parole indiane arcaiche che potevano avere diversi significati, anche molto differenti, questa mitologia, trasmessa all’inizio (come tutte) oralmente, ha forme e eventi diversi nelle varie regioni indiane. Ci è piaciuta questa contraddizione estrema. I cantautori erano, all’inizio, considerati quasi dei maledetti anche se dolci menestrelli no? e Fabrizio più di tutti, vita sregolata, anarchica, ribelle, di fronte a poesie musicate a volte dolcissime. Comunque a richieste ufficiali, preferiamo considerare di più, la seconda ipotesi: musici celesti ecc.. (modestamente….sic).
Qual è il vostro biglietto da visita? Da quale area musicale provenite? L’idea iniziale, ma più che idea, la necessità o meglio “l’obbligo” di dover dare un omaggio a De Andrè, è venuta a Paolo (voce e chitarre) alla fine del 2001 , cresciuto con le canzoni sopratutto di De Andrè , ma anche Tenco ed altri, situazione in cui era “costretto” dal fratello (lo scrivente) più grande di lui di dodici anni, deandreiano da 40 anni, con l’appoggio immediato di Giovanni, amico da tempo per motivi musicali e non, batterista, credo, da sempre, con esperienze diverse, anche ad alti livelli, dopo vari esperimenti si sono aggiunti Massimiliano (fisarmonica) tastierista rock sperimentale del gruppo degli Apeiron (di cui fa parte anche Giovanni), che ha scoperto la musica di De Andrè, apprezzandola sempre più man mano che il progetto andava avanti, anzi immettendo con la la sua fisarmonica sonorità deandreiane doc, Tiziano (chitarre 12 corde ed acustica) anche lui rockettaro di crescita, credo sia quello che più di tutti abbia raccolto lo spirito di Fabrizio e ne sia eccezionalmente entusiasta , così come Gabriele (flauto) il “colto”, musicalmente parlando del gruppo, diplomato al conservatorio, varie esperienze alle spalle (musica classica, celtica ecc), infine , ma non ultimo per importanza, Alessio (basso) il più giovane del gruppo ma già “ esperto “ bassista, anche lui con varie esperienze, alcune anche importanti. Lo scrivente, Sergio, (come già accennato fratello di Paolo) ha solo come bagaglio esperienza Deandriana quarantennale, un amore smisurato per la musica e un incontrollato entusiasmo ( detto “manager” da qualcuno del gruppo, “papà” da Alessio!!!) “strimpella malamente la chitarra, ma solo in privato per fortuna”.(Paolo)
Con voi vorrei parlare di contaminazione di generi, in De Andrè è un aspetto spesso evidente specie nelle ultime composizioni. Contaminazione mi sembra eccessivo, e poi De Andrè ha sempre avuto collaboratori musicisti di diversissima estrazione, da Bubola, a Fossati, a De Gregori, a Piovani a Milesi , alla PFM,e da tutti ha preso qualcosa, anzi credo che abbia accettato di essere (contaminato?) lui stesso, anche se in ogni pezzo la sua impronta si sente, eccome se si sente!! io non penso che Fabrizio abbia scelto di collaborare con qualcuno solo per esserne “contaminato” o sfruttarne il momento favorevole, probabilmente l’idea generale del lavoro in costruzione aveva una qualche appartenenza anche al collaboratore di turno. Anime salve, è un esempio, la fusione delle esperienze di De Andrè e Fossati ha come risultato un capolavoro. So di un De Andrè eccezionalmente scrupoloso e pignolo (Mauro Pagani) da chiamare collaboratori anche ad orari impossibili solo per cambiare un’inezia, come si fa a contaminare una persona così? La sua pignoleria era associata anche ad una umiltà musicale, sensibilità rara negli “artisti” di oggi. Non so se è “leggenda”, ma si dice che Bob Dylan dopo aver sentito Avventura a Durango (Dylan ne è l’autore) interpretata da De Andrè abbia dichiarato che, dopo questo ascolto, non se la sentisse più di cantarla ancora!!!! Contaminazione al contrario???
Stare a contatto con il pubblico vi procura più imbarazzo o più orgoglio? I Kinnara sono un gruppo, quindi non si può parlare di una sola emozione, sono sette (sette? mi sono messo anch’io! sic) diverse emozioni, ma, penso sia il divertirsi con passione suonando questo tipo di musica che coinvolge poi anche il pubblico, quindi più che orgoglio, direi soddisfazione nell’ essere apprezzati. Imbarazzo credo mai, piccole o grandi tensioni sempre, e mi sembra normale, all’inizio di ogni spettacolo. Il resto lo fa De Andrè!!! (io scrivo ma il gruppo approva , nda)
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1940: Il 18 febbraio 1940 nasce a Pegli (Genova) Fabrizio De André. La leggenda dice che sul giradischi di casa sua suo padre, il professor Giuseppe De André, esponente del Partito Repubblicano Italiano e, fra le altre cose, promotore della costruzione della Fiera del Mare di Genova, nel quartiere della Foce, avesse messo il ''Valzer Campestre'' di Gino Marinuzzi senior dal quale, oltre venticinque anni dopo, Fabrizio ricaverà la canzone ''Valzer per un amore''.
1942/1945: Scoppiata la guerra la famiglia si rifugia in campagna a Revignano di Asti, mentre il padre, ricercato dai fascisti si dà alla macchia. Qui, appena bambino, Fabrizio stringerà amicizia con Nina Malfieri alla quale dedicherà, parecchi anni dopo, la canzone ''Ho visto Nina Volare''. Nel 1945 la famiglia torna a Genova in via Trieste al civico 8.
1946: Fabrizio frequenta le elementari prima presso le suore Marcelline (che lui ribattezza le Porcelline) poi alla ''Cesare Battisti''.
1948: Inizia a frequentare Paolo Villaggio, di poco più di 7 anni più grande, grazie all''amicizia tra le famiglie.
1951/1953: Gli studi successivi si svolgono alla "Giovanni Pascoli" per le scuole medie inferiori fino alla bocciatura, quando, il padre lo fa seguire dai gesuiti dell'Arecco.
1954: Intanto è nata prepotentemente la vocazione per la musica grazie anche alla spinta della madre che gli fa studiare prima il violino, strumento verso il quale non prova particolare attrazione e, successivamente, la chitarra. Saranno questi gli anni nei quali scoprirà la poesia e gli chansonnier d'oltremanica, Brél e Brassens su tutti.
1955: La prima esibizione in pubblico in occasione di un spettacolo di beneficienza organizzato dall'Auxilium di Genova, si svolge al teatro "Carlo Felice".
1956: Fabrizio inizia la sua esperienza liceale al liceo classico "Cristoforo Colombo".
1958: E' erroneamente indicata come questo l'anno della pubblicazione del suo primo 45 giri. In realtà è presumibile si faccia riferimento al deposito della canzone da parte degli autori presso la Siae.
1959: Conclusasi l''esperienza liceale, Fabrizio inizia a frequentare le facoltà di Medicina e Lettere senza, peraltro, esservi iscritto.
1960: Frequenta, iscrivendosi, la facoltà di Giurisprudenza spinto anche dal fratello Mauro.
1961: Scrive la sua prima canzone, insieme a Clelia Petracchi: il titolo sarà "La ballata del Miché". E' dello stesso anno la pubblicazione del primo 45 giri per l'etichetta genovese Karim: "Nuvole barocche" il lato A e "E fu la notte" quello B. Il solco non sarà un successo.
1962: Grazie anche al supporto di Luigi Tenco che canterà la canzone "La ballata dell'eroe" nel film "L'albero della cuccagna" di Luciano Salce, Fabrizio comincia a farsi un nome come cantante e autore. Nello stesso anno sposa Enrica "Puny " Rignon, dalla quale ha il suo primogenito Cristiano, che diverrà a sua volta polistrumentista e cantautore. Sono questi gli anni di più fervida frequentazione con Paolo Villaggio. Con lui scriverà "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" e "Il fannullone".
1964: Sempre per l'etichetta Karim viene pubblicata "La guerra di Piero" oggi presente nelle antologie scolastiche.
1965/1966: Sono gli anni de "La canzone di Marinella", "Fila la lana", "Valzer per un amore", "La città vecchia". Quest'ultima uscirà in due versione dal momento che la censura imporrà il ritiro delle prime copie distribuite a causa di un verso del brano che verrà successivamente modificato (... pubblica moglie ... invece di ... specie di troia ...).
1967: Fabrizio chiede un aumento considerevole alla Karim, la quale, senza battere ciglio, glielo concede facendo chiaramente presagire come, in passato, avere Fabrizio nella sua piccola scuderia di cantanti fosse molto più redditizio rispetto al riconoscimento economico concessogli. Per contro De André, tutelato dal fratello Mauro, decide di far causa all'etichetta discografica che di lì a poco fallirà. Fabrizio passa alla Produttori Associati, di Tony Casetta. Nel gennaio dello stesso anno muore a Sanremo Luigi Tenco. Fabrizio gli dedicherà "Preghiera in gennaio", brano iniziale del suo primo 33 giri pensato come tale.
1968: Fabrizio acquisisce sempre più fama grazie all'interpretazione de "La canzone di Marinella" fatta da Mina. Decide di cessare gli studi universitari e di proseguire sulla strada della musica. In questi anni esce il suo secondo album, il primo concept: "Tutti morimmo a stento" con l'orchestrazione di Gianpiero Reverberi. L'album trae spunto dall'amicizia di Fabrizio con Riccardo Mannerini, un "poeta vero", genovese. Sempre dall'esperienza con Mannerini, Fabrizio sarà produttore artistico insieme a Reverberi di "Senza orario senza bandiera", album dei New Trolls, giovane gruppo genovese.
1969: Esce "Volume III" che raccoglie traduzioni da Brassens e reincisioni di canzoni già pubblicate con la Karim. Nello stesso anno Tony Casetta va in America portando con sé un nastro con dei provini di "Tutti morimmo a stento" cantato in inglese. Il progetto di entrare nel mercato americano si arenerà immediatamente, ma solo nel 2007 verrà ritrovato da un collezionista l'album in vinile interamente confezionato, probabilmente copia unica, ricavato proprio da questi nastri.
1970: Viene presentato al circolo della stampa, l'album "La buona novella" tratto dai Vangeli apocrifi. In questi anni entra in crisi il suo matrimonio fino a giungere al divorzio.
1971: Dalla lettura dell'antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, De André ricava l'album "Non al denaro non all'amore né al cielo" che vedrà la collaborazione di Giuseppe Bentivoglio, giovane giornalista marxista, e di un giovanissimo Nicola Piovani. Per l'occasione vi sarà l'incontro con Fernanda Pivano, prima traduttrice delle poesie di Masters.
1972: Arrivano le prime traduzioni di Leonardo Cohen: "Suzanne" e "Giovanna d'arco" escono su due 45 giri identici nel contenuto ma diversi nel colore della copertina: uno nero e uno bianco. Gli arrangiamenti di entrambi i brani ivi contenuti, a cura di Nicola Piovani, e il testo di "Giovanna d'arco" differiscono dalla versione contenuta prima negli LP e poi nei CD.
1973: Esce il primo concept/album interamente frutto dell'ispirazione di De André: "Storia di un impiegato" scritto a sei mani con Piovani e Bentivoglio.
1974: Fabrizio incontra un giovane Francesco De Gregori e traduce con lui "Via della povertà" (Desolation Road) di Bob Dylan che uscirà nell'album semi antologico "Canzoni". In questi anni matura l'idea di trasferirsi in Sardegna.
1975: Dall'esperienza con De Gregori nasce "Volume VIII" che contiente l'unica canzone esplicitamente autobiografica: "Amico fragile". Vicino a Tempio Pausania, in località Agnata, compra un vecchio casale che ristruttura allo scopo di aprire un'azienda agricola. Conosce Dori Ghezzi. Lo stesso anno inizia a esibirsi in tour per la prima volta con il supporto dei New Trolls.
1977: Dall'unione con Dori Ghezzi nasce Luisa Vittoria, detta Luvi, oggi a sua volta cantante.
1978: per la Ricordi, che acquista il catalogo della Produttori Associati (Blubell records, Belldisc) appena fallita, pubblica l'album "Rimini", prima collaborazione con il giovane Massimo Bubola. Nello stesso anno parte il tour con la Premiata Forneria Marconi che rivede il repertorio di De André sulla base delle nuove sonorità di quegli anni.
1979: Esce l'album dei concerti con la PFM. In agosto Fabrizio e Dori vengono rapiti presso la loro residenza a L'Agnata. Verranno rilasciati solo quattro mesi più tardi.
1980: Dori e Fabrizio fondano una nuova etichetta: la Fado. Per questa etichetta verrà inciso l'album di esordio di Massimo Bubola e il nuovo disco di Dori. Lo stesso anno esce il secondo volume dei concerti con la PFM.
1980: A De André e a Bubola viene commissionata una sigla tv sulla morte di Pier Paolo Pasolini: nasce così "Una storia sbagliata" il cui retro del 45 giri sarà "Titti".
1981: Fabrizio lavora con Mark Harris, Oscar Prudente e Massimo Bubola (coautore) all'album senza nome che ritrae nella copertina un nativo americano. Per questo verrà ribattezzato dai media come l'album de "L'indiano". Il disco venderà più di 200.000 copie.
1982: Prima turnè all'estero con apripista il gruppo de "I tempi duri" capitanato da Cristiano. Insieme a Fabrizio suonano fra gli altri Pier Michelatti e Mauro Pagani. La turné coprirà parecchie città di Germania ed Austria.
1983: Fabrizio e Mauro Pagani gettano le basi per l'elaborazione del successivo disco, tutto improntato sulla musica etnica.
1984: Nonostante le remore dei discografici, esce "Creuza de ma" che a fine decennio, un referendum indetto dalla rivista "Musica & Dischi" eleggerà come miglior disco degli anni ottanta. Il disco fonde le sonorità mediterranee alla lingua genovese.
1985: Muore il professor Giuseppe De André. Sul letto di morte fa promettere a Fabrizio di smettere di bere, vizio che De André si trascina ormai da decenni.
1986: Fabrizio salpa con la barca Jamin-a per un viaggio nel mediterraneo
1987: Con De Gregori e Fossati canta "Questi posti davanti al mare" inciso ne "La pianta de té" di Ivano Fossati l'anno successivo.
1989: A seguito di una complicazione cardiaca muore, in sudamerica, il fratello Mauro. Lo stesso anno lui e Dori si sposano.
1990: Esce l'album "Le nuvole" dove Fabrizio collabora con Fossati, Bubola e Pagani. Per concepire l'album viene presa a pretesto l'opera omonima di Aristofane, commediografo dell'antica grecia. Balzerà subito in testa alle classifiche.
1991: Comincia un nuovo tour in giro per l'Italia con Mauro Pagani e i suoi musicisti più fedeli: Ellade Bandini, Michele Ascolese, Pier Michelatti... In occasione della manifestazione per il 1 maggio canta con Roberto Murolo "Don Raffaé". Il brano verrà anche inciso nell'album di Murolo "Ottantavogliadicantare". Al Club Tenco viene premiato come miglior album dell'anno "Le nuvole" e come miglior canzone "La domenica delle salme".
1992/1993: Fabrizio intraprende un nuovo tour teatrale con uno spettacolo diviso in due parti: una parte dedicata solo alle donne e una agli uomini. Per una parte della turné partecipa anche Dori Ghezzi come corista. Nel frattempo nasce l'idea di acquistare una casa a Genova.
1995: A dieci anni di distanza dalla morte del padre, Fabrizio perde anche sua madre Luisa.
1996: Opera a quattro mani con Ivano Fossati, arrangiata da Piero Milesi, esce "Anime Salve" incentrato sui temi della solitudine, dell'emarginazione e delle minoranze.
1997: Nuovo tour a seguito dell'uscita dell'album "Anime Salve" nei palazzetti. Cristiano prende il posto di polistrumentista accanto al padre. Per l'occasione si esibiranno in coppia cantando "Cose che dimentico" inciso dapprima nell'album "Sul confine" di Cristiano e poi nell'antologia "In direzione ostinata e contraria". Al Piper di Roma "Anime Salve" viene premiato come miglior disco dell'anno. Ad Aulla Fabrizio riceve il premio Lunezia per la canzone "Smisurata preghiera". Con Mina canta "La canzone di Marinella" incisa in "Mi innamoravo di tutto", album antologico. Al Club Tenco Fernanda Pivano consegna a Fabriizo la targa per il disco dell'anno.
1997/1998: Nuovo tour per l'uscita di "Mi innamoravo di tutto" che si concluderà poco prima della primavera. Mentre si parla di un tour estivo inizia a manifestarsi in estate il male.
1999: Nella notte dell'11 gennaio 1999, alle ore 2.15, Fabrizio De André muore all'Istituto dei tumori di Milano. Avrebbe compiuto 59 anni un mese più tardi.
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06/01/2019
Marina di Carrara (Barlume)
n.d.
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19/01/2019
Viareggio
n.d.
n.d.
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